I delitti contro la persona sono disciplinati nel Codice Penale al Titolo XII.
I suddetti reati offendono i beni che sono considerati essenziali per ogni individuo: la vita, l’incolumità fisica, la libertà e l’onore.
Dunque, in base al bene tutelato, i suddetti reati si suddividono in delitti contro la vita e l’incolumità individuale, delitti contro l’onore, delitti contro la libertà individuale.
I principali delitti contro la vita e l’incolumità individuale sono i seguenti: omicidio, istigazione o aiuto al suicidio, lesioni personali, percosse, deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, rissa, omicidio stradale, responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario, omissione di soccorso.
Invece, i delitti contro l’onore, aventi per oggetto la tutela dell’onore e del decoro, ricomprendono la diffamazione -anche col mezzo della stampa-.
Infine, i delitti contro la libertà individuale ricomprendono i delitti contro la personalità individuale (prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico, traffico di organi prelevati da persona vivente, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro), i delitti contro la libertà personale (violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, adescamento di minorenni, corruzione di minorenne), i delitti contro la libertà morale (violenza privata, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, minaccia, atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti), i delitti contro l’inviolabilità del domicilio e l’inviolabilità dei segreti (violazione di domicilio interferenze illecite nella vita privata, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico).
Diffamazione
La diffamazione è un reato che si configura mediante la condotta di offesa alla reputazione altrui, in assenza del soggetto passivo o, se presente, non sia comunque stato in grado di percepire l’offesa.
In caso contrario, invece, è integrabile l’illecito di ingiuria, ora depenalizzato ad illecito civile.
La condotta può essere posta in essere con qualsiasi mezzo ritenuto idoneo all’offesa, mediante comunicazione con più persone.
Tale requisito può essere soddisfatto anche con la presenza non contestuale dei soggetti, escludendo pertanto la loro contemporanea presenza spaziale.
Per quanto concerne l’elemento soggettivo, è sufficiente il dolo generico, anche in forma eventuale ovvero l’idoneità all’offesa delle espressioni usate e la consapevolezza di comunicare con più persone, senza che sia richiesta l’espressa intenzione di offendere.
Inoltre, l’art. 595 c.p. introduce alcune ipotesi di aggravanti, che comportano l’incremento della pena (fino a un anno di reclusione o multa fino a 1.032 euro). Si tratta, dei seguenti casi:
- attribuzione di un fatto determinato,
- offesa mediante mezzo stampa, pubblicità o atto pubblico,
- offesa arrecata al corpo politico, amministrativo, giudiziario, sua rappresentanza e autorità costituita in collegio.
Dunque, una delle principali aggravanti della diffamazione è quella avvenuta a mezzo stampa.
Il reato di diffamazione, considerato che la Carta Costituzionale tutela il diritto della manifestazione del proprio pensiero, si configura solamente se si superano i seguenti limiti: rilevanza, verità, continenza.
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